Caro Gesù Bambino

Caro Gesù Bambino

Nella settimana prima di Natale, avevo pensato che sarebbe stato bello vederti proprio quando eri nella culla. E voglio raccontarti quello che è successo l’altra notte.
Mentre dormivo, mi sono sentito chiamare. Ho aperto gli occhi e ho visto un signore alto, che non ci stava nella stanza, mi sorrideva, era vestito di bianco, gli occhi erano luminosi, i capelli sembravano fatti di oro.
Sono il tuo angelo, Vieni!, mi ha detto. Io mi sono sentito leggero e mi sono trovato fuori, oltre le nuvole, vicino a lui.
Vieni!, mi ha detto, e io l’ho seguito.
Eravamo sopra un grande mare illuminato dalle stelle.
È il Mediterraneo, mi ha detto. Abbiamo attraversato il mare, la Sicilia era dietro di noi, quando si è fermato sopra a una grande terra.
Ha fatto un movimento circolare con la mano destra.
Ora siamo proprio in quel tempo, ha detto. Siamo saliti in alto, verso una stella che camminava lentamente.
Questa è la stella che indica il cammino, mi ha detto, e mentre scendevamo, indicava con la mano sinistra qualcosa che si muoveva sulla terra.
Quelli sono i re magi, ha detto. Era una carovana di carri e cammelli. Su tre cammelli c’erano tre persone vestite da re.
Vanno a rendere omaggio al bambino, mi ha detto. Poi ci siamo trovati, dall’alto, vicino ad un grande accampamento, era notte, gruppi di pastori parlavano attorno ai fuochi.
Fanno la guardia alle pecore perché i ladri non le rubino, mi ha detto.
Ora guarda!, mi ha detto. Si è aperto il cielo, in una gran luce c’erano tantissimi angeli, tutti con le vesti bianche. Due di loro sono scesi e hanno chiamato intorno a loro tutti i pastori.
È nato il bambino!, hanno detto con una unica voce. E mentre lo dicevano le schiere degli angeli cantavano in coro, e io sarei stato a sentirli per sempre. Poi si è aperto come un passaggio, di là c’era come una stalla, c’era un asinello, un bove, c’eri tu Gesù, piccolissimo, dentro la loro mangiatoia piena di fieno, c’era tua mamma, Maria e tuo papà protettivo Giuseppe.
Vieni! Loro arriveranno dopo!, mi ha detto il mio angelo accompagnatore. Siamo entrati in questa apertura e io mi sono ritrovato davanti a te. Mi sorridevi, Gesù. Io potevo volare. Mi sono avvicinato e ti ho accarezzato. Tuo papà Giuseppe, mi ha guardato e ha guardato tua mamma; e lei ha detto Lascialo fare, lo vedi che lo accompagna un angelo? Io allora ho accarezzato tua mamma e tuo papà come se fossero la mia mamma e il mio papà. Poi sono salito a cavalcioni prima sull’asinello e poi sul bove; e ho sentito come ti volevano bene.
Vieni è ora di andare. Mi ha detto l’angelo. Ma prima c’è una cosa che ti devo mostrare.
E ha fatto quel movimento con la mano toccando il tempo.
Ci trovammo, che era giorno, sulla cima di un monte. Su una pietra era seduto un uomo, e io ho capito che eri tu, Gesù, da grande. Stavi parlando a quelli che avevi intorno e alla gente che ti voleva bene. Poi, mi hai guardato, mentre dicevi Dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
Poi ci siamo trovati sopra il tetto di casa mia. L’angelo mi ha sorriso e mi sono ritrovato nel mio letto. Caro Gesù, non so se è stato un sogno. Ma, in questa notte in cui tu torni ancora a nascere per noi, voglio chiederti un dono. Fa che io sia perfetto come è perfetto il Padre nostro che è nei Cieli.

Alberto